Numeri e opinioni

di Giovanni Cagnoli, 28.09.2020

La lettura dei verbali del comitato tecnico scientifico finalmente resi pubblici lascia veramente sconcertati. Qualcuno parla di dubbi e capriole, ma a me pare che più dubbi e capriole siano davvero poco per definire la sconcertante lettura dei verbali del comitato che ha dettato la via per 60 milioni di persone per mesi e che ancora lo sta facendo con efficacia per lo meno dubbia.

La prima notazione di metodo è il motivo della decretazione incredibilmente auspicata dal comitato stesso in più di un’occasione. Ma cosa siamo come cittadini, contribuenti sudditi ignoranti? Beceri trasgressori di norme a volte ridicole non in grado di capire i rischi o di spaventarci per le previsioni? Io sono onestamente indignato da una casta di veri o presunti esperti che emettono regole, le cambiano, si contraddicono (tamponi sì o no, asintomatici da tamponare o no, distanze, ecc.) senza alcun tipo di confronto pubblico. Ma da quando siamo troppo stupidi per capire ma abbastanza in gamba per pagare le tasse che sottendono a tutto questo circo barnum di esperti?
Poi ci sono elementi di sostanza agghiaccianti. Chi sottoporre a tampone? Almeno 3 versioni nel tempo. Le mascherine? 3 o 4 versioni diverse. I viaggi? Ricordiamo tutti la chiusura alla Cina (voli diretti) ma nessun controllo per chi proveniva dalla Cina via Francoforte o Parigi. Semplicemente ridicolo. Le terapie intensive 151.000 l’8 giugno ... applicando i parametri evidenti oggi con 120 persone in terapia intensiva a valle di circa 1300 casi al giorno avremmo dovuto avere 1,3 milioni di casi al giorno ... ridicolo.

E nonostante questo nei verbali manca ogni e qualsiasi oggettivo riferimento numerico che dovrebbe essere fondamentale nel metodo scientifico per testare ipotesi, numeri e verificare gli andamenti della malattia. C’è da augurarsi che i verbali non evidenzino la discussione profonda dei numeri, ma onestamente e tristemente non sembra così verosimile.

Quali sono i numeri chiave su cui ancora oggi si dovrebbe fare pubblicamente chiarezza:

1. I contagiati. Sappiamo da tempo che il numero di contagiati rilevati dipende dal numero di tamponi effettuati, numero che è limitato dalla capacità esistente, da chi si decide di tamponare e chi no e dai tamponi doppi o tripli per negativizzare. Quindi il numero di casi è un indicatore che è sicuramente SEMPRE sbagliato. Non è dato sapere di quanto è sbagliato purtroppo. A marzo l’errore di sottostima era di 10 20 o 50 volte. Adesso probabilmente molto meno ma 2 o 3 o 5 volte è un errore enorme e soprattutto incerto. Per STIMARE con un minimo di buon senso i contagiati i 2 indicatori sono la % di tamponi positivi o più probabilmente il rapporto tra decessi (questi sono quasi certo, vedi sotto) e il tasso di fatalità che a 7 mesi dall’inizio della pandemia è più facile stimare.

2. I decessi. Ogni giorno vengono comunicati. Sarebbe utile sapere se sono decessi A CAUSA COVID o diversamente deceduti per altre cause che sono CON COVID. La differenza è abissale. Se in ospedale arrivo per una dolorosissima colica renale e come da prassi faccio il tampone e sono asintomatico positivo, vengo contato nei ricoverati Covid o no? Io penso di sì ed è fuorviante. Vorrei sapere quale è la prassi. Lo stesso vale se arriva in ospedale un paziente morente dopo un incidente stradale o per un attacco cardiaco. Tampone positivo. Purtroppo, sopravviene il decesso. Morto Covid? si può sapere quale è il criterio di classificazione? Personalmente ho sempre considerato l’unico dato concreto la differenza tra la mortalità media negli ultimi 5 anni in ogni territorio e la mortalità effettiva nel 2020 come l’unico indicatore reale dei decessi a causa COVID. La logica è ovvia. Nel 2020 l’unico sostanziale elemento differenziale per la mortalità è il Covid, come apparso evidente a marzo e aprile. Applicando questa logica i decessi Covid sono stati (sembra perché incredibilmente le informazioni sono ancora oggi frammentarie) circa 50.000 tra marzo e aprile e poi pressoché zero dopo il 15 maggio. Su questo dato vale la pena di riflettere. Il 4 maggio si sono aperte le fabbriche prevedendo l’ecatombe. Non è successo nulla. Il 18 i ristoranti. Stessa previsione stesso risultato cioè nulla, le spiagge, discoteche e vacanze hanno prodotto incremento dei casi e sostanzialmente nessun incremento dei decessi. Speriamo non succeda nulla nei prossimi giorni, ma il tempo medio tra malattia ed eventuale decesso è circa 10/12 giorni (dato ricavato da studi esteri perché in Italia non è noto) e quindi i dati di adesso sono ormai al termine delle vacanze. Quindi parrebbe di potere concludere che al di là della capacità di scovare i casi specie asintomatici che sono in forte aumento, la mortalità e quindi la numerosità effettiva dei casi non è stata influenzata da elementi che il CTS aveva pronosticato come potenzialmente critici. Vedremo adesso le scuole su cui vale la pena di approfondire poi. Di fatto però al di là delle feroci critiche al prof. Zangrillo, ma anche al prof. Remuzzi e tanti altri che hanno fatto notare come il virus sia clinicamente molto meno “letale”, è evidente che da 4 mesi la mortalità da Covid è prossima allo zero.
Questo peraltro è vero in tutta Europa come testimoniato dai dati Euromomo (www. Euromomo.eu) che invito a consultare.

Io non sono né virologo né negazionista per nulla, ma lavoro con i numeri e li osservo attentamente. Il virus circola in tutto il mondo anche in posti incredibilmente segregati dalle isole dei Caraibi, alle isole Faer Oer, alla Groenlandia, a tutti i paesi africani non certo caratterizzati da turismo vacanziero. In moltissimi per non dire tutti questi paesi si osservano empiricamente (ripeto non da virologo, ma da analista di numeri) alcuni pattern ripetitivi.

- i decessi (non i casi che sono non probanti come detto sopra) crescono per 30-45 giorni, e poi decrescono per 60-90 in modo meno rapido. Questo è stato vero in Europa, nei singoli diversi stati usa, in Svezia, nei singoli Stati federali brasiliani e in tutti gli stati del Sudamerica che ha visto le maggiori diffusioni. C’è da chiedersi visto che i lockdown, le strutture sanitarie, e le scelte dei vari governi (o comitati tecnici scientifici:.) siano molto molto diverse perché il risultato sia molto molto simile.

- l’incidenza dei decessi sulla popolazione (morti per milione di abitanti) che a me pare il parametro sintetico più chiaro e indisputabile nella gestione del virus, arriva a un numero compreso tra 500 e 800 (un intervallo relativamente contenuto) e poi si ferma. Incidentalmente gli unici casi al mondo dove l’incidenza dei decessi è significativamente superiore ad oggi sono la Lombardia, New York e gli Stati della costa est USA, e Madrid. Tutti questi luoghi condividono un errore gravissimo ormai capito ed evitato e cioè il ricovero anche temporaneo di casi Covid in RSA. In questo caso i decessi per milione di abitanti schizzano oltre 1500 e fino a 2000. Sarà un caso ma in tutti ma tutti i territori al mondo senza questo errore ormai evitato in modo accurato in tutto il mondo, i decessi si fermano sotto 700 per milione e non salgono più. Non essendo virologo non azzardo spiegazioni, ma osservando i dati, visto che è sempre così, vorrei che gli illustri virologi spiegassero perché è così, visto che incontestabile.

- i luoghi dove l’incidenza dei decessi è marcatamente inferiore a 500 per milione sono la Germania, che resta il best case di gestione sanitaria, economica e sociale del Covid, Norvegia e alcuni paesi dell’Est Europa. Il Giappone (motivo ignoto) la Korea del Sud e la Cina che hanno adottato politiche di tracing e di lockdown molto più efficaci. Prima di tacciare Brasile, USA e Svezia di RISULTATI DRAMMATCI per scriteriate politiche negazioniste, forse basta una rapida consultazione di www.worldometers.com dove è evidente che i risultati relativi in termini di mortalità sono molto molto simili... e le curve di evoluzione della mortalità anche molto simili all’Italia.

- il rapporto tra tamponi, casi e decessi. Ci sono alcuni paesi al mondo molto piccoli o molto ricchi che hanno fatto tamponi a tutta la popolazione e ormai in 1 o 2 casi 2 tamponi per abitante. E’ plausibile o ovvio che la capacità di rilevare i casi se si tampona il 100% della popolazione cresce o arriva molto vicina alla realtà. I paesi di cui parlo sono le Isole Faer Oer, Lussemburgo, Islanda, Bahrein, Dubai. In ciascuno di questi casi sono stati fatti tamponi pari a oltre 70% della popolazione. Se prendiamo per “buono” il rapporto tra decessi e casi rilevati in questi paesi l’indice di mortalità (ifr) da Covid è tra lo 0,25% e lo 0,50%. Per riferimento la mortalità per influenza normale è intorno allo 0,1% cioè 1/3 o 1/5 rispetto a Covid con distribuzione del tutto analoga al Covid per fascia di età. Sempre per riferimento è ormai dimostrato che sotto i 50 anni la mortalità Covid non è zero, ma è del tutto trascurabile e riguarda un numero veramente infinitesimo di casi. Il ecc americano stima il dato ifr a 0,26% ovviamente dipendente da anzianità della popolazione, razza (il dato per afroamericani sembra molto superiore ai caucasici) e qualità della risposta sanitaria (oltre che come detto dagli errori fatti in termini clinici). Se per fare qualche conto numerico ipotizziamo un più conservativo 0,4% arriviamo con 600 decessi per milione a una incidenza dei casi in Europa pari al 25% circa.

- l’immunità di gregge. è stata fatta molto polemica su questa ipotesi, ma a me pare che alla fine si vada, in modo molto diverso verso questo scenario con una importante correzione che molti studi recenti e molti medici che lavorano in ospedale sembrano evidenziare. L’esistenza delle cosiddette cellule t che altro non sono che mormorai immunitaria di infezioni non Covid ma con qualche tipo di somiglianza a Covid, sembra rendere suscettibili alla malattia non il 100% della popolazione ma una quota molto inferiore forse il30 o 50%. In tal caso l’immunità di gregge cioè l’impossibilità per il virus di crescere in modo esponenziale verrebbe raggiunta con una % di casi intorno al 20-30% e non come ipotizzato ad aprile al 60-70%.
Ancora una volta da semplice analista di numeri osservando che ifr è probabilmente intorno allo 0,3-0,4% , osservando anche che in nessun caso al mondo (salvo errori di gestione non più ripetibili) si va oltre 600-800 decessi per milione di abitante, e infine osservando che la recente esplosione di casi in Spagna e Francia (tra pochi giorni anche Italia) non corrisponde minimamente a un incremento di decessi come era successo in primavera, ripeto solo da un punto di vista empirico e non scientifico forse si può avanzare l’ipotesi che il numero di casi non sia l’indicatore più efficace per gestire le scelte. Invece in tutta la stampa italiana si parla di casi e non dei parametri di controllo veri e significativi che sono le terapie intensive e i ricoveri.

- le terapie intensive. I letti di terapia intensiva in Italia sono circa 8000. A questi si sono aggiunti circa altri 8000 (pare... dati non noti) di terapia subintensiva. A New York hanno definito livello di guardia un’occupazione di letti (causa Covid, non con Covid, è diverso...) del 30%, per lasciare il residuo 70% ad altre patologie che esistono e vanno curate ovviamente. In Italia ci sono circa 3500 morti per incidenti stradali l’anno, altrettanti suicidi, e oltre 200.000 mila morti l’anno per cancro solo per mettere in prospettiva i 3000 morti Covid l’anno al ritmo di 10 decessi al giorno. Quindi Il 30% dei letti disponibili senza danneggiare la capacità sanitaria è 2400 letti. Siamo adesso a circa 120.... cioè l’1,5% del totale e il 5% del limite autoimposto. Forse andrebbe sottolineato.
L’altro dato indispensabile è la permanenza in terapia intensiva e il numero di nuovi ricoveri giornalieri. Questo perché calcolando il numero di ricoveri giornaliero in % dei casi rilevati o calcolati per induzione si può stimare l’incidenza della terapia intensiva sui casi Covid. Clamorosa la sovrastima dichiarata dalla fondazione Bruno Kessler a fine aprile. Si ipotizzavano 151.000 casi terapia intensiva il che paragonato ai 120 attuali è un moltiplicatore di circa 1200 volte. Tenuto conto che negli ultimi 10 giorni ci sono stati mediamente 1300 casi (rilevati, in realtà probabilmente il doppio o il triplo) significa ipotizzare nei calcoli circa 1,5 milioni di casi al giorno rilevati o 34 milioni al giorno di casi reali. La famosa Italia di 260 milioni di abitanti....
In ogni caso noi cittadini leggermente numerici vorremmo sapere quanti ricoveri ci sono ogni giorno quante dimissioni e quanto dura la permanenza media in Terapia intensiva. Lo chiede con insistenza il prof. Puglisi dell’Università di Pavia (che come me lavora sui numeri e non sulla clinica) da giorni e giorni ma nessuno si degna nemmeno di spiegare perché questo dato non sia disponibile.

- lo stesso vale per i ricoveri in ospedale. Stessa identica logica. Quanti ricoveri, quante dimissioni, quale permanenza media. Per avere riferimenti io guardo il Belgio e la Francia che pubblicano i dati giornalmente, e con grande dettaglio regionale. Identico risultato e conclusione. I casi sono moltiplicati per 5 o 6 e i ricoveri/terapie intensive sono sostanzialmente stabili O crescenti di molto poco. Il che porta a pensare che siamo incrementati non i casi ma la capacità di rilevazione dei casi. Fossero disponibili i casi singoli (secretati per nome ovviamente). Come auspica il prof. Puglisi, l’analisi sarebbe immediata e facilissima. Poiché non sono disponibili siamo alla speculazione e all’inferenza indiretta, ma ci si chiede se l’unica autorità delegata a pensare sia il CTS e i suoi consulenti che hanno sbagliato, cambiato idea, non si sono espressi oppure se forse possiamo pubblicamente esprimere un’opinione anche noi, comuni mortali ma dotati di capacità sicuramente inferiori ma non annullate. Resta il fatto che i letti Covid oggi sono circa 1500 cioè l’1% del totale. In crescita dai 700 letti al punto di minimo

In sintesi io vorrei che ogni giorno fosse pubblicato non tanto e non solo il numero di casi e di tamponi ma:
- numero di entrate e dimissioni in ospedale
- numero di entrate e dimissioni in terapia intensiva
- % letti occupati Covid e ti per regione
- durata media e mediana della durata ricovero normale e ricovero in ti
- distinzione accurata tra decessi CON Covid rispetto a PER CAUSA Covid.


Alcune (Facili) riflessioni sul futuro prossimo venturo:

- tra 10 o 20 giorni inizia la scuola ovviamente con i famosi banchi a rotelle. Tra 2 mesi a novembre inizia la normale campagna influenzale. Per riferimento in Italia l’influenza anche con vaccinazione estesa colpisce 8 milioni di italiani l’anno cioè poco meno del 15% della popolazione. L’influenza provoca febbre quasi sempre. Chiunque ha bambini sa che spesso attacchi febbrili sono normali 2, 3 o anche più volte l’anno nei bambini. Per ogni bambino con la febbre un tampone. Per ogni bambino tutta la classe o forse la scuola tampone. Facendo 2 calcoli siamo a un numero di tamponi esorbitante, ripetuti almeno 10 volte per ogni studente... questo seguendo la norma del CTS io arrivo a 500-700.000 tamponi al giorno perché in una scuola di 200 alunni almeno 2 o 3 al mese avranno febbre e Covid e per ogni caso Covid sono 100 tamponi da fare probabilmente .
Abbiamo fatto i conti, simulando casi e numero di tamponi? Che succede se non ci sono capacità di fare tamponi? Estraiamo a sorte? Chiudiamo le scuole di nuovo? Il tutto senza decessi Covid? E’ lecito domandare PRIMA DELL’EVENTO quali sono i parametri e i calcoli? Invece dei banchi a rotelle non sarebbe utile simulare numero casi e capacità di reazione è la logica della norma? Ripeto non sono né virologo ne commissario straordinario, ma le moltipliche le so fare modestamente anche io.

- il sud. Se i calcoli di cui sopra sono veri, le grandi città del sud, Roma Napoli e le altre che non hanno di fatto avuto decessi se non in numero limitato e quindi sono lontanissime dall’immunità di gregge anche a % ridotte (da verificare), con l’autunno e l’inverno avranno realisticamente un FORTE aumento dei casi. Quanti casi ci aspettiamo a Napoli a novembre? Quanti ricoveri? quante terapie intensive? Come si reagisce se i numeri sono diversi dalle aspettative? Cosa si fa? Richiudiamo tutto il paese anche se al nord il numero di casi fosse molto più limitato? Diciamo a De Luca che i campani non sono benvenuti in Lombardia a curarsi? E nemmeno per turismo nel caso volessero visitare Milano? Io preferirei che a queste domande si rispondesse con numeri, proiezioni, dati e contingency plan non con parole vuote o magari un bel dpcm che vieta gli spostamenti e affossa definitivamente il paese.
A marzo sono stati fatti errori di certo, ma non sapevamo nulla o quasi. La clinica e la terapia erano incerte, la concitazione assoluta, i morti erano terribili da guardare.
Sono passati 6 mesi. In tutto il mondo si è imparato moltissimo. Abbiamo una massa di dati, esperienza, risposte paese o regione da analizzare in dettaglio. Sarebbe totalmente inaccettabile poi nella conferenza stampa delle 21 dire “siamo stati travolti da questa disgrazia”. Non è vero. Saremmo nell’infausto caso travolti solo dalla nostra incompetenza, e dalla arroganza nel non volere utilizzare l’esperienza.
Di certo non succederà perché il CTS veglia su di noi e saprà scegliere (in segreto e senza darci alcuna informazione) al meglio.

- il vaccino. Le migliori stime sull’efficacia dei vari vaccini parlano di una efficacia tra il 50% e il 70% e l’inizio della disponibilità forse a cavallo di fine anno. Il vaccino in alcuni dei prodotti in via di sviluppo prevede 2 dosi a distanza di 2 o 3 settimane. Quindi ci vorranno mesi e mesi per la campagna vaccinale e certamente l’inverno trascorrerà senza copertura di massa. In più lo scopo del vaccino efficace al 70% non è debellare il virus, ma ridurre fortemente la crescita esponenziale dell’invenzione e quindi evitare il collasso del sistema sanitario. Detto in altre parole e crudamente il Covid sarà con noi per sempre realisticamente. Non esploderà sperabilmente mai più, non farà mia più 50 o 60 mila morti in Italia, ma sarà presente e qualcuno morirà di Covid, come di influenza, o di alcolismo o di droga o per incidenti stradali o di cancro al polmone per fumo.
La morte non sarà sconfitta dal lockdown o dalle mascherine e nemmeno dal vaccino purtroppo ed è facile prevedere che il Covid sarà una delle cause di morte specie negli anziani per molto tempo.

Forse vale la pena di dirlo e di trarne le conseguenze ultime. A meno che qualche virologo si senta di affermare che dopo il vaccino il Covid de facto sparirà dopo avere realisticamente contagiato svariate centinaia di milioni di persone in tutti gli angoli del globo, in un contesto di viaggi e mobilità delle persone enormemente più elevato di ogni epoca storica precedente. Io non lo credo per nulla ma sarei felice se invece il Covid sparisse.
Se per caso io fossi nel giusto e il Covid restasse con noi 10 anni, con percentuali di infezione decrescente , con ricoveri e decessi sotto controllo come ogni altra ahimè a volte mortale malattia umana, si può iniziare a parlare del rapporto costi/benefici del controllo del Covid e ragionarci sopra con alcuni numeri?
Ipotizziamo che in un anno tipo post vaccino ci siano nonostante tutto 10 molti al giorno per Covid come in Italia negli ultimi 4 mesi. Sono gli stessi decessi per incidenti stradali. Il controllo del Covid (non quest’anno ma DOPO il vaccino) è paragonabile a un limite di velocità assoluto a 30 km/h che probabilmente ridurrebbe pressoché a zero i morti per incidente stradale. lo stesso per quanto riguarda il divieto di fumare (cancro ai polmoni) o di bere alcolici di ogni tipo e natura (cirrosi epatica).
La domanda è per quale motivo ogni giorno i media ci dicono quanto sono i morti Covid, stiamo pensando di devastare l'anno scolastico di 8 milioni di studenti con continue interruzioni e stiamo sconvolgendo il nostro modello sociale , ma invece accettiamo tutti i morti di cui sopra senza battere ciglio?
Io non sono negazionista. Il Covid esiste, si trasmette con estrema facilità, e provoca ahimè alcuni decessi, per fortuna molto meno perché stiamo imparando a gestirlo. Però faccio calcoli e confronti e questi conti evidenziano una assoluta sproporzione tra costi per il controllo o riduzione dei decessi Covid rispetto a quanto in essere per altre cose di malattia o morte. Sarei interessato a qualche scienziato che pubblicasse studi in tal senso perché la mia totalmente modifica sensazione è che ci sia una sperequazione fantasmagorica frutto della risposta a un problema che non sapevamo gestire 6 mesi fa. Forse sbaglio e i miei conti approssimati sono sbagliati, ma visto che ad esempio ci giochiamo l’educazione, lo spirito e la crescita dei nostri figli a scuola io penso valga la pena di fare qualche attenta riflessione, possibilmente prima e non dopo avere deciso che i compagni di scuola non sono classificabili come “congiunti” o altre fantasmagoriche trovate. Questo senza nominare i 300 miliardi di debiti che lasciamo ai nostri figli da pagare per non esse accusato di essere un bieco liberista, anche se i debiti sono lì e qualcuno, liberista o no, dovrà pagare tasse per restituirli a chi ce li ha dati. E quel qualcuno non è lo stato perché lo stato i debiti li fa, mentre sono i privati a pagarli, spesso e volentieri quelli più liberisti peraltro.

26 settembre 2020